É un’estate strana questa, un’estate trascorsa nella mia città.
In una Roma deserta, svuotata e calma come mai avevo visto fin’ora.
Un’estate arrivata in fretta dopo lunghi periodi di privazioni, tra smart working solitari e la socialità ridotta. Un’estate dello sport praticato all’aria aperta.
Una calda estate romana che ti fa assaporare la bellezza di questa città, dei suoi tesori nascosti e di quelli ben visibili che, nel tram tram quotidiano, dai per scontato.
L’estate del canto dei pappagalli verdi al mattino, del ponentino che soffia sull’asfalto rovente, delle saracinesche abbassate.
Un’estate come tante, in cui le terapie non mancano.
Un’estate che quando entri negli ospedali si contano poche persone, sempre le solite, quelle che non staccano mai mentre gli altri vanno tutti in ferie. Perchè si, le terapie non si fermano nemmeno d’estate quando tutto intorno prende una pausa di respiro tu stai lì, tra i tuoi angeli custodi che non ti abbandonano mai e poi mai.
Un’estate torrida in cui festeggiare la tua tac andata bene, in cui brindi con un premiante gin tonic o una birra ghiacciata in terrazzo mentre ammiri una tramonto pieno di foschia.
Un’estate insolita che mette in pausa tutto. Fuori dal caos delle spiagge, lontano dalle fila per il parcheggio, calma come la gente che ti circonda anche loro in cerca di serenità e pace.
Un’estate controcorrente, una scelta tra le tante, ma che sa di un nuovo inizio, di grandi ripartenze e di progetti futuri.
Un’estate in città, provata per caso e con grande stupore assaporata.
Buone vacanze a tutti vicini e lontani, lasciate che la spensieratezza di questi giorni vi accompagni per tutto il resto dell’anno.
Salute, pace e amore